Lasciamo Ambato, cittadina piuttosto moderna e molto dinamica, ricostruita dopo il terremoto che nell’Agosto del 1949 ha causato oltre 7mila morti.
Nel nostro viaggio ci accompagna la Direttrice della filiale di Banco Codesarrollo di Ambato.
Si chiama Maria Teresa, ma tutti la chiamano Maite. È una donna straordinariamente energica e determinata; oltre al suo ruolo di jefe (capo) dell’agenzia locale è coordinatrice di una ampia zona della regione. Il suo presidio da “capo area” – per esprimere un concetto a noi noto – va da Ambato a Latacunga, da Guaranda a Riobamba. Una donna, mamma di tre figli, che sicuramente ne ha fatta di strada…
Facciamo tappa nella località di Salasaca, dal nome di un popolo indigeno deportato dalla Bolivia per essersi opposto all’avanzata degli Incas.
Qui facciamo visita, accompagnati da Maite, alla Cooperativa indigena Galapagos.
L’accoglienza, come ormai siamo abituati, è calorosissima.
“Sentitevi come a casa. La nostra comunità, la nostra famiglia, ha sempre le braccia aperte” sono le parole che ci rivolge il Presidente della cooperativa di risparmio e credito.
Il Direttore invece ci racconta la storia di questa giovane realtà e così capiamo perché in questo luogo situato alle pendici del vulcano Tungurahua, c’è una cooperativa che porta il nome delle isole Galapagos, patrimonio dell’umanità e distanti da qui oltre 1.300 km.
Nel 1966 il popolo indigeno emigrò alle Galapagos in cerca di lavoro. Ma la vita non era facile e nel 2007 decisero di unirsi e costituire una realtà finanziaria indigena per supportare le esigenze della comunità emigrata, lasciata ai margini dalle altre realtà bancarie presenti. Nasce quindi per favorire l’acquisizione di diritti sociali essenziali degli indigeni e per frenare la disuguaglianza.
La sede della cooperativa è a Santa Cruz, ha una filiale anche a San Cristobal e sognano di aprire filiali nelle altre isole (solo 5 delle 13 sono abitate). In continente hanno altre sei agenzie. Una è quella dove ci hanno accolto e dove ci consegnano in regalo anche qualche prodotto indigeno realizzato dalle comunità.
Bepi Tonello non esita a dimostrare apprezzamento per il lavoro fatto in questi 17 anni che hanno reso la cooperativa, che conta ben oltre 15mila soci, una delle migliori del suo segmento e dell’intero Ecuador.
E approfitta per approfondire il tema dell’emigrazione, soprattutto giovanile.
“Oltre al credito, dobbiamo favorire la crescita della nostra società, creando opportunità e lavoro soprattutto per i nostri giovani, perché non lascino la loro terra. Cosa sogniamo per il nostro mondo? Dobbiamo dotarci degli strumenti giusti, incentivando il risparmio. Dobbiamo organizzarci. La cooperativa di risparmio e credito è sicuramente lo strumento giusto per far crescere chi riesce a risparmiare e con volontà vuole essere protagonista di forme di sviluppo duraturo che portino benessere nelle comunità”.
Bepi Tonello
E noi già sappiamo che quando Bepi parla di risparmio non si riferisce solo al denaro ma più in generale alle risorse, alle materie prime, al tempo, e a volte anche alle parole.
Anche Maite manifesta soddisfazione: “stiamo facendo un buon lavoro, sono orgogliosa di voi. Non siamo una banca commerciale, siamo una cooperativa che fa economia popolare e solidale. Vediamo la persona prima del capitale che possiede. Stiamo migliorando la vita delle comunità, ma dobbiamo impegnarci ancora di più perché c’è tanto da fare.”
Davvero è difficile non ricambiare questo trasporto.
Ci pensa Claudia Benedetti, dirigente di Federcasse, che a nome di tutti dichiara:
“l’Italia si è fidata di una persona che raccontava un sogno possibile e via via ha contagiato sempre più persone. E grazie a lui (Tonello) abbiamo visto crescere l’Ecuador. E ciò è avvenuto anche grazie a chi, come voi, ha concesso l’opportunità di entrare in banca con dignità, unendo indigeni, meticci, afroecuatoriani. Questa è l’idea della cooperazione. La trasformazione è possibile se c’è passione, impegno e lavoro”.
Del resto, lo slogan di Bancodesarollo lo conosciamo bene: con intelligenza, sudore e amore, cambiamo l’Ecuador.
Anche Raffaella Pannuti interviene per un breve saluto di ringraziamento. Racconta la sua esperienza di neo amministratrice di Emil Banca e nel terzo settore, con attività di assistenza alle persone malate terminali di tumore e di housing sociale. Questa esperienza in Ecuador le ha confermato che è davvero possibile fare solidarietà, permettendo alle persone di vivere dignità, anche attraverso esperienze differenti da quelle che conosceva. Come quella dell’esercizio di fare banca secondo i principi del cooperativismo che mettono la persona al centro e non il profitto. Questa è la ragione per cui ha deciso di diventare amministratrice di una BCC.
Con orgoglio identitario il personale della cooperativa ci consegna tre magnifici arazzi da portare in Italia e noi salutiamo tutti con il sogno di poterli ritrovare, magari presso la loro sede delle isole Galapagos.
Ci rimettiamo in viaggio verso Banos. Attraversiamo una zona improvvisamente rigogliosa che ci fa capire che ci stiamo addentrando nella foresta amazzonica.
Affianchiamo il Rio Pastazs, uno dei grandi fiumi che sfocia nel Rio delle Amazzoni. Mama Tungurahua, come lo chiamano qui, dall’altro lato della strada ci mostra il volto di un vulcano “verde”. La natura qui è lussureggiante ed è un preludio della giungla.
Banos è una località turistica e noi non resistiamo, nonostante la pioggia torrenziale che ci accoglie, ad approfittare di qualche attrazione. I più temerari si lanciano in un volo d’angelo sul fiume mentre i più timorosi si accontentano di percorrere un ponte tibetano sospeso che riesce ugualmente a togliere il fiato.
Saliamo a bordo di un civa, un piccolo bus aperto con la musica a tutto volume che sostituisce momentaneamente il nostro pullman in riparazione per un guasto agli ammortizzatori. E assicuro che per percorrere queste strade gli ammortizzatori servono!
Ma il nostro amico e autista Gulliermo che ci accompagna in questo viaggio li ha prontamente riparati. Così possiamo ripartire per la prossima destinazione: Coca.
Il viaggio è lunghissimo, ma i nostri occhi restano incollati ai finestrini per ammirare la maestosità di questo spettacolo naturale.
Che meraviglia il creato!
Giuliana Braido – Emil Banca
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