6 moduli formativi, 42 partecipanti e tante sfide per il futuro e il presente del Credito Cooperativo: la Spring School 2025 appena conclusa si conferma un appuntamento importante per la formazione dei Giovani Soci e Socie delle BCC e uno spazio di incontro e di confronto intergenerazionale.
Dal 27 al 30 marzo, 42 Giovani Soci e Socie delle BCC di tutta Italia si sono ritrovati a a Bari per partecipare alla quarta Spring School – organizzata da Federcasse insieme al Comitato di Coordinamento della Rete Nazionale dei Gruppi Giovani Soci e in collaborazione con la Federazione Puglia Basilicata delle Banche di Credito Cooperativo – e ragionare insieme sul tema “Sfide Cooperative. Per costruire un mondo migliore”. I partecipanti provenivano da 32 diverse BCC associate a 11 Federazioni Locali.
Tra i requisiti per essere ammessi alle giornate di formazione, anche un elaborato che declinasse il tema delle “Sfide cooperative” sia come riflessione personale sia come confronto con la propria BCC, intervistandone un esponente di riferimento.
Le tematiche proposte, selezionate a raggruppate dal Comitato di Coordinamento, sono:
1) Innovazione e trasformazione tecnologica: promuovere investimenti e creare sinergie nell’ambito delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale per poter competere con gli altri attori economici ed essere quindi protagonisti della rivoluzione digitale;
2) Qualità della compagine sociale e della governance: mantenere la centralità del socio nelle nostre banche, evitando il rischio che le maggiori dimensioni attenuino i rapporti. Creare una base sociale sempre più eterogenea, coinvolgendo sempre più giovani e rendere le assemblee più partecipate.Individuare strategie per assicurare reale diversità nella governance (di genere, di età, di esperienze e competenze) superando le stringenti normative in merito ai requisiti di idoneità, che vincolano in maniera importante una corretta espressione dell’eterogeneità e della possibilità di ricambio;
3) Comunicare la differenza: a fronte dell’evoluzione degli ultimi anni vi è l’importanza da un lato di investire in una comunicazione coordinata e trasversale sui valori fondanti dei nostri istituti bancari e dall’altro lato di rendere tale comunicazione sempre più efficace, per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni;
4) Mutualità moderna: l’esigenza è quella di non omologarci e valorizzare le peculiarità del Credito Cooperativo, non solo mantenendo sportelli bancari dove il resto dell’industria bancaria li chiuderebbe, ma anche creando le condizioni e i progetti per sostenere la vitalità dei piccoli borghi valorizzando non solo la banca ma anche la cooperativa mediante le mutue, le CER…;
5) Investire nel territorio: mantenere l’equilibrio tra la presenza fisica territoriale e la produttività, rafforzare il legame con le comunità, non solo attraverso le filiali ma attraverso iniziative moderne di sviluppo, che mettano al centro le persone, la società civile, il terzo settore. Stimolare la circolarità di conoscenze e competenze perché possano essere trattenute nel territorio in cui vengono generate, dare vita a nuove forme di socializzazione e identità condivise;
6) Formazione tecnica e identitaria: investire nella formazione dei giovani, siano questi dipendenti, soci o studenti del territorio, per lasciare alle nuove generazioni il testimone della competenza e della consapevolezza, affinché siano sempre più capaci di discernimento consapevole e pronti ad agire con responsabilità.
Il lavoro fatto è stato valorizzato in vari momenti della Spring School: dal Bridge BCC con i seniores del Credito Cooperativo al modulo che ha indagato le Sfide Tecnologiche nell’ultima mattinata di lavori.
Modulo 1: Sfide Europee












La Spring School è iniziata giovedì sera, allo Spazio Murat di Bari, con le prime sfide: giochi rompighiaccio per conoscersi meglio giocando e iniziando a dialogare tra giovani provenienti da varie parti d’Italia. Spazio Murat è uno dei più apprezzati contenitori culturali cittadini, punto di contatto tra la città vecchia e il borgo moderno, dedicato alla promozione e alla divulgazione della cultura contemporanea.
Il primo modulo della Spring School ha indagato le “Sfide Europee” con Giovanni Betti, Servizio Affari Normativi e Rapporti con l’Europa di Federcasse.
In Europa le banche mutualistiche sono il punto di incontro fra la competitività sostenibile (rapporto Draghi) e la prosperità condivisa dai cittadini e dalle comunità locali (rapporto Letta), ma a che punto siamo con le sfide di sostenibilità sociale e cosa succede in Europa con la Legislatura 2024-2029?
Il Credito Cooperativo italiano sta lavorando affinché il parlamento europeo legiferi su questi temi:
- Semplificazione della compliance della normativa bancaria europea
- Riaprire il Cantiere sulla Sostenibilità Sociale per un autentico sviluppo delle tre dimensioni della sostenibilità (ambientale, sociale e governo societario).
- Riconoscimento delle banche mutualistiche come soggetti dell’Economia Sociale
- Proporzionalità e adeguatezza della normativa bancaria affinché i requisiti prudenziali richiesti non disincentivino l’erogazione di credito da parte delle BCC al proprio territorio.
In Europa Federcasse si sta muovendo per modificare alcuni orientamenti nei confronti delle BCC, ma le BCC italiane non sono le uniche banche di credito cooperativo che operano in Europa.
Nella seconda parte dell’intervento, infatti, ai partecipanti è stato fatto un quadro delle banche cooperative in Europa, in particolare quelle che fanno parte dell’EACB, European Association of Co-operative Banks, una istituzione che vede proprio Federcasse tra i suo fondatori. Tra queste in particolare sono state analizzate le particolarità di 4 tipologie di cooperazione di credito europee:
- OP Financial Group in Finalndia
- Crédit Mutuel in Francia
- Rabobank in Olanda
- Co-operative Financial Network in Germania
Nel laboratorio finale i partecipanti, suddivisi in 4 tavoli di lavoro, hanno confrontato i vari modelli bancari presenti nel territorio europeo in un vero e propio dibattito, moderato da Betti, per decretare quale modello fosse migliore dell’altro e riflettere sopratutto su punti di forza e di debolezza del nostro.
Dieci sfide per il Credito Cooperativo






“10 sfide per il Credito Cooperativo” è invece il titolo del primo momento di formazione del venerdì mattina, a cura del Direttore Generale di Federcasse Sergio Gatti. A 5 anni dall’istituzione dei due
Gruppi bancari cooperativi, una previsione delle sfide che attendono a mutualità bancaria, nei prossimi 5 anni.
- La prima sarà la capacità di digitalizzare le banche, mantenendo l’aspetto della prossimità che le caratterizza: la BCC del futuro sarà phygital senza rinunciare alla propria identità e insieme più competitiva.
- A questa sfida si aggiunge quella posta dall’intelligenza artificiale che può diventare un’opportunità per il Credito Cooperativo, se agli algoritmi saremo in gradi di affiancare l’etica, come suggerisce Padre Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione.
- Una terza sfida è rappresentata dall’Euro Digitale, uno strumento difensivo e competitivo per l’economia dell’Eurozona.
- La quarta sfida è quella della sostenibilità. Le BCC sono native ESG, anzi ESG+I2: ossia la sostenibilità delle BCC è Integrale e Inclusiva e ha un impatto positivo su imprese, famiglie, welfare e giovani.
- Poi ci sono le persone, che sono decisive. All’interno delle BCC devono acquisire competenze tecnico-cooperative/tecnico-bancarie/ tecnico-digitali. I nuovi assunti, i giovani, oltre ad avere queste nuove competenze devono essere attratti e fidelizzati, consapevoli che il loro lavoro in BCC ha un impatto positivo e importante per il territorio in cui vivono e lavorano.
- La sesta sfida è quella legata a demografia e finanza per il lavoro: in un paese come il nostro che invecchia e che soffre di un calo delle nascite importante, si presenterà a breve il problema del riduzione della forza lavoro con impatti sul sistema economico e fiscale, oltre che quello pensionistico. Per contrastare questo fenomeno servono nuove politiche per incentivare la natalità, ridisegnare il mercato del lavoro e garantire carriere sostenibili.
- La settima sfida è quella della coesione territoriale e sociale, una sfida che richiede la riduzione delle disuguaglianze di reddito e maggiori opportunità di credito.
- La prevenzione delle catastrofi natural che incidono chiaramente sulla demografia di impresa e sull’erogazione del credito.
- La penultima sfida riguarda la normativa europea: semplificarla e adeguarla, dopo dieci anni di Unione Bancaria.
- L’ultima sfida, infine, riguarda l’importanza di fare investimenti culturali: alta formazione, ricerca, long life mutual training.
Modulo 2: Sfide Economiche

Nella mattina del venerdì c’è stato anche il momento relativo alle sfide economiche, a cura della professoressa Federica Miglietta – Ordinaria di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Dalla nascita dei bitcoin ai temi attualissimi di dogecoin e memecoin fino alle monete digitali personali come quelle “coniate” da Trump, la professoressa ha messo in evidenza i pericoli connessi alle valute digitali dovuti alla loro volatilità e alle possibili truffe che vengono perpetrate ai danni di chi compra criptovalute come il “pump and dump” e il “wash trading”.
Nel mondo delle monete digitali però ci sono anche le stablecoin come Tether o i progetti di Euro Digitale della BCE o lo Yuan digitale cinese, “coniato” nel 2019. Non è un caso se Trump ha già vietato la circolazione di monete digitali emesse da banche centrali, che serviranno nel prossimo futuro a controllare il sistema dei pagamenti e garantire la stabilità finanziaria.








Nella seconda parte della lezione la professoressa Miglietta ha invece stimolato la riflessione dei partecipanti, divisi in quattro tavoli di lavoro, su questi quesiti:
- Le banche crescono sempre di più. C’è spazio anche per le BCC?
- Che caratteristiche di unicità percepite voi effettivamente quando parlate di una BCC?
- Esiste un diritto al credito? Se sì, le BCC come si pongono in relazione a questo diritto?
- La popolazione invecchia (e non è al passo con le tecnologie) e la banca diventa sempre più smart e digitale. Come si fanno a conciliare questi due aspetti?
Ne sono emersi degli spunti molto interessanti, sia sul ruolo delle BCC nel contrastare la desertificazione (BCC unica presenza bancaria in oltre 770 comuni) sia sulla capacità di favorire il diritto al credito anche alle persone non bancabili per esempio attraverso il microcredito.
L’incontro con il Consiglio Nazionale di Federcasse: la preparazione e il Bridge BCC.










La mattina è proseguita con la preparazione al Bridge BCC, ossia il momento di dialogo e confronto tra i/le giovani e i/le componenti del Consiglio Nazionale di Federcasse che si è svolto nel pomeriggio presso il Castello Svevo di Bari.
Per questo appuntamento, le tematiche che sono state raccolte attraverso gli “elaborati di ingresso” preparati dai giovani partecipanti (ricordiamo che come condizione d’ingresso era previsto un lavoro da parte di ciascun iscritto/a diretto a declinare il tema delle “Sfide cooperative” sia come riflessione personale sia come confronto con la propria BCC, intervistandone un esponente di riferimento) sono state selezionate e raggruppate dal Comitato di Coordinamento in 6 temi/sfide sui quali ragionare con i componenti del Consiglio Nazionale:
1) Innovazione e trasformazione tecnologica: promuovere investimenti e creare sinergie nell’ambito delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale per poter competere con gli altri attori economici ed essere quindi protagonisti della rivoluzione digitale;
2) Qualità della compagine sociale e della governance: mantenere la centralità del socio nelle nostre banche, evitando il rischio che le maggiori dimensioni attenuino i rapporti. Creare una base sociale sempre più eterogenea, coinvolgendo sempre più giovani e rendere le assemblee più partecipate. Individuare strategie per assicurare reale diversità nella governance (di genere, di età, di esperienze e competenze) superando le stringenti normative in merito ai requisiti di idoneità, che vincolano in maniera importante una corretta espressione dell’eterogeneità e della possibilità di ricambio;
3) Comunicare la differenza: a fronte dell’evoluzione degli ultimi anni vi è l’importanza da un lato di investire in una comunicazione coordinata e trasversale sui valori fondanti dei nostri istituti bancari e dall’altro lato di rendere tale comunicazione sempre più efficace, per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni;
4) Mutualità moderna: l’esigenza è quella di non omologarci e valorizzare le peculiarità del Credito Cooperativo, non solo mantenendo sportelli bancari dove il resto dell’industria bancaria li chiuderebbe, ma anche creando le condizioni e i progetti per sostenere la vitalità dei piccoli borghi valorizzando non solo la banca ma anche la cooperativa mediante le mutue, le CER…;
5) Investire nel territorio: mantenere l’equilibrio tra la presenza fisica territoriale e la produttività, rafforzare il legame con le comunità, non solo attraverso le filiali ma attraverso iniziative moderne di sviluppo, che mettano al centro le persone, la società civile, il terzo settore. Stimolare la circolarità di conoscenze e competenze perché possano essere trattenute nel territorio in cui vengono generate, dare vita a nuove forme di socializzazione e identità condivise;
6) Formazione tecnica e identitaria: investire nella formazione dei giovani, siano questi dipendenti, soci o studenti del territorio, per lasciare alle nuove generazioni il testimone della competenza e della consapevolezza, affinché siano sempre più capaci di discernimento consapevole e pronti ad agire con responsabilità.
Al termine del Bridge, la sintesi è stata infine affidata a Matteo Spanò, Vice Presidente di Federcasse con delega ai giovani.
Dopodiché tutti i partecipanti sono stati invitati a partecipare a una passeggiata nella storia, con la visita guidata al Castello Svevo, testimonianza viva del crocevia di culture e di importanti personaggi che si sono succeduti nel corso dei secoli in questa terra, rafforzando il suo ruolo di vedetta protesa sul Mediterraneo, culla di innumerevoli scambi, per proseguire poi nel centro storico, la “Bari vecchia”.
Una sfida a colpi di poesia, con Kento







Nello splendido Circolo Unione di Bari, un luogo che da oltre 100 anni ospita attività socio-culturali non solo a favore dei soci, ma di tutti i cittadini, si è conclusa la seconda giornata della Spring School con il “Fantaslam”, uno spettacolo scritto dal rapper Francesco “Kento” Carlo.
Il Fantaslam è una sfida tra poesie scritte da autori italiani e internazionali, di ogni epoca storica che Kento ha recitato – senza rivelare l’autore – e chiedendo al pubblico di votare, di volta in volta, la poesia preferita. Al termine di questo spettacolo molto interattivo, il pubblico ha eletto vincitore Gianni Rodari, che in finale ha battuto Cesare Pavese. Tra i poeti proposti da Kento, per questa competizione anche Shakespeare, Saffo, Montale e Majakovskij.
Modulo 3. Sfide di partecipazione. Educare alla democrazia.
La terza giornata della Spring School, siamo a sabato 29 marzo, è iniziata con un laboratorio esperienziale per affrontare le sfide della partecipazione a cura di Giovanni Grandi – professore ordinario di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Trieste. I Giovani Soci e Socie presenti hanno sperimentato un percorso metodologico, che ripercorre le soluzioni messe a punto in occasione della 50a Settimana Sociale dei Cattolici in Italia per coinvolgere attivamente i partecipanti – a Trieste più di 1000 – nel mettere a fuoco un tema, ascoltare l’indicazione proposta da ciascuno e sviluppare il confronto per individuare priorità condivise.









Si tratta di una metodologia basata non sulla dinamica di far prevalere la propria opinione su quelle altrui ma di convalidare tutte le istanze messe in campo. Per farlo si è utilizzata una App, progettata a servizio della metodologia, già utilizzata in una prima versione in occasione della Settimana Sociale.
L’App a tendere potrà essere impiegata in modo autonomo dai gruppi che volessero riutilizzare la metodologia per prendere decisioni democratiche in altri contesti. In questo caso il dibattito è servito a stabilire quali Sfide, tra quelle individuate dai partecipanti alla Spring School, fossero prioritarie o più importanti da affrontare.
Modulo 4. Sfide d’Identità

Con Sergio Gatti, Direttore Generale di Federcasse, le Sfide di Identità hanno raccontato le tappe fondamentali della riforma del Credito Cooperativo che ha portato alla costituzione dei due Gruppi bancari e del grande lavoro fatto per preservare l’identità delle banche mutualistiche. Nel 2015 infatti la maggior parte delle banche popolari è dovuta diventare SPA, il Credito Cooperativo invece ha mantenuto la forma cooperativa a mutualità prevalente.
Con la riforma le BCC hanno ottenuto anche che il controllo della Capogruppo sulla BCC sia proporzionato alla virtuosità della banca.
Ma c’è un lavoro ancora in corso per rafforzare l’identità delle BCC. È quello per esempio che chiede di semplificare la normativa europea affinché si possano avere oneri e controlli proporzionati alla dimensione delle banche. E ancora chiedere il riconoscimento per le banche mutualistiche dello status di Enti dell’Economia Sociale.
Ma qual è, quindi, l’identità delle Banche di Credito Cooperativo?
Le BCC sono Banche Cooperative: hanno la forma giuridica di società cooperative a mutualità prevalente (ex Art. 45 della Costituzione). Ciò significa che sono costituite da soci, persone fisiche o giuridiche, espressione delle comunità locali di riferimento. Nelle BCC valgono le regole di base delle cooperative, tra cui il principio del voto capitario (una testa un voto) e criteri particolari di destinazione degli utili (per le BCC almeno il 70% a riserva).
Banche mutualistiche: in quanto erogano il credito prevalentemente nei confronti dei soci (principio della mutualità prevalente). Promuovendo, in questo senso, la crescita e lo sviluppo sociale ed economico delle realtà locali, così come espressamente indicato nell’articolo 2 dei loro Statuti.
E parlando di mutualità, può essere considerata beneficenza qualsiasi liberalità nei confronti di persone fisiche ed enti che siano in condizioni di riconosciuto bisogno o necessità, oppure svolgano attività in favore di soggetti che si trovino in tali condizioni di bisogno e necessità, mentre mutualità è considerata qualsiasi iniziativa, per creare o sostenere servizi di pubblica utilità e qualsiasi iniziativa che consenta di migliorare le condizioni morali, culturali, ed economiche dei soci o dei loro familiari (es. iniziative culturali, borse di studio per figli dei soci, etc.).
Un esempio di mutualità “esterna”, diverso dalla beneficenza, lo ha portato ai giovani presenti Matteo Spanò, Vice Presidente di Federcasse con delega ai giovani con l’esperienza del Il Teatro Cinema Italia di Pontassieve, un bene comune che grazie alla BCC di Pontassieve è stato restaurato e restituito alla comunità, dopo oltre 30 anni di inutilizzo.
Al termine del suo intervento, il Direttore ha stimolato il dibattito tra i presenti chiedendo loro: “Come possiamo continuare a mantenere la nostra identità?”










Modulo 5. Sfide Sociali

Terminate le sfide d’identità è stato il turno di quelle sociali. Con il suo intervento, Francesco “Kento” Carlo ha abbattuto, anche se solo per un pomeriggio, le sbarre dei carceri minorili permettendo ai presenti di guardare dentro un mondo che nessuno conosce e che nessuno racconta.
Kento è un rapper e uno scrittore, il suo lavoro nelle carceri minorili consiste nel restituire il diritto di parola a ragazzi a cui questo diritto è stato tolto, insieme alla libertà. Ha raccontato queste esperienze in un libro, “Barre. Rap, sogni e segreti in un carcere minorile” e alcuni brani che ha registrato in carcere con minorenni e adulti li ha mostrati durante il suo intervento.
Le storie che ci ha raccontato parlano di ultimi, che attraverso il rap ritrovano una loro voce e hanno finalmente a disposizione un mezzo per incanalare rabbia, dolore ma anche creatività, allontanandoli molto spesso dalla tentazione di fare del male o di farsi del male.
L’invito per tutti è di informarsi, conoscere e attivarsi attraverso associazioni come Antigone affinché anche questo pezzo di mondo sia finalmente visibile.









Modulo 6. Sfide tecnologiche.
L’ultimo giorno di Spring School si è aperto con le sfide tecnologiche.
Dopo il saluto di Augusto dell’Erba, Presidente di Federcasse, che ha rimarcato i rischi insiti nella creazione di oligopoli bancari per lo sviluppo sostenibile dei territori, il prof. Federico Parrella, Chief & Design Director di 5A Design, docente di Digital e Information design all’ISIA Roma Design e allo IULM e Antonella Spartà, product e service designer di 5A Design hanno introdotto il tema dell’intelligenza artificiale generativa.
Cos’è, come funziona e quali dilemmi morali comporta il suo utilizzo per esempio in rapporto alla affidabilità delle fonti, ai bias anche razziali che ha, oppure al rispetto dei diritti di autore (vedi per esempio la polemica scatenatasi in seguito alla possibilità di creare immagini in stile studio Ghibli con Chat GPT).



























Ciò che è innegabile è che saper utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa diventerà una skill indispensabile anche per i consulenti bancari, perché aiuterà a dare risposte più rapide ai clienti grazie alle sue capacità di analisi. In generale nel propssimo futuro la capacità di dare i prompt giusti tanto più il nostro profilo lavorativo sarà appetibile per le aziende. Non a caso si parla già di “Prompt engineering“: dialogare con l’AI è come risolvere un problema matematico: richiede metodo e progressione logica. La qualità delle nostre domande determina l’efficacia delle risposte, trasformando l’interazione in un processo costruttivo di problem solving.
Dopo aver elencato le caratteristiche dei principali tool di intelligenza artificiale generativa, i partecipanti hanno messo alla prova le loro conoscenze provando ad utilizzare l’AI per rispondere alle 4 sfide individuate come più urgenti:
- Ricambio generazionale nelle BCC
- Digitalizzazione delle Banche di Credito Cooperativo
- Comunicare la differenza
- Rendere concreto lo sviluppo della mutualità moderna
Ne sono nate, in pochissimo tempo, quattro risposte molto interessanti, una per ogni sfida.
Iniziando da quella del Ricambio generazionale nelle BCC il gruppo di lavoro ha presentato un piano strategico per favorire l’inclusione attiva dei giovani nella governance delle Banche di Credito Cooperativo. Il primo passo è quello della revisione della normativa che attualmente pone delle limitazioni all’ingresso dei giovani ai CdA delle BCC. Il secondo richiede la proposta al legislatore di modifiche mirate alla normativa per facilitare l’ingresso di talenti under 35 nei CdA. Infine la necessità di creare nuove linee guida con parametri più inclusivi che valorizzino competenze innovative. Per favorire questo percorso è indispensabile preparare i leader di domani attraverso formazione e mentoring. È stato infine lanciato un calendario per condividere i passi da fare per raggiungere l’obiettivo.
Il secondo gruppo ha lavorato invece sul tema delle sfide poste dalla digitalizzazione e dell’innovazione: è possibile innovare le Banche di Credito Cooperativo senza perdere la prossimità che le caratterizza? La BCC del futuro sarà in grado di offrire un’esperienza su misura per ogni cliente. Il consulente ovviamente padroneggerà gli strumenti di intelligenza artificiale per analizzare dati in maniera più rapida ed efficiente e anche i clienti che si trovano a vivere lontano dal proprio territorio o addirittura all’estero potranno mantenere, grazie alla tecnologia, il rapporto con la propria BCC. La tecnologia sarà quindi al servizio della comunità in tutti i suoi aspetti: dalle operazioni bancarie all’assemblea che si potrà svolgere in forma ibrida.
Il terzo gruppo di lavoro si è cimentato invece nella sfida di comunicare la differenza delle BCC ad un pubblico giovanissimo, nella fascia 18-25 anni. Ne è nata l’idea di fare educazione finanziaria attraverso un’App chiamata “Coopera e cresci: Impara la finanza giocando!“. L’App è fatta di microlezioni e momenti di gaming con punti, badge digitali e classifiche per motivare l’apprendimento continuo. Viene suggerita oltre a una timeline di sviluppo dell’App anche il business model e perfino una mascotte che potrebbe diventare un gadget fisico da distribuire in banca o in eventi fisici sponsorizzati dalle BCC aderenti nei territori.
Il quarto gruppo di lavoro ha affrontato la sfida di rendere concreto lo sviluppo della mutualità moderna attraverso incontri periodici nei territori (come il mensile Caffè col Presidente) e la creazione di comitati locali permanenti che permettano di dare voce ai soci. Allo stesso tempo si possono creare anche spazi di incontro digitali con Forum online per i soci, sondaggi e consultazioni per un maggiore coinvolgimento dei soci nelle decisioni strategiche. Infine dare ai giovani degli spazi fisici dove creare momenti di aggregazione.
Le conclusioni e il commento dei quattro elaborati finali sono stati affidati al professor Vincenzo Pacelli, professore associato di “Economia degli intermediari finanziari” presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, al Direttore della Federazione Puglia e Basilicata, Nicola Guastamacchia e a Claudia Bendetti, Federcasse.